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. È detta anche radiologia diagnostica o radiodiagnostica. Questi termini sono di fatto equivalenti e derivano dal principio base per l'ottenimento delle immagini radiologiche, ovvero l'utilizzo di radiazioni ionizzanti. Visto che esse non sono l'unica forma di energia utilizzabile per ottenere immagini diagnostiche, attualmente si predilige il termine diagnostica per immagini, sottolineando come la radiologia medica debba essere inquadrata in realtà nel campo più ampio delle scienze per immagini. Quest'ultimo si avvale infatti di tutte le tecniche oggi a disposizione per la produzione di immagini mediche a scopo diagnostico, differenziate a seconda del principio fisico che permette di ottenerle. In questo senso si distinguono oltre alla radiologia (che impiega raggi X producendo immagini radiografiche e immagini TC) anche l'ecografia (che utilizza ultrasuoni) e la risonanza magnetica (che fa uso del fenomeno fisico della risonanza dei nuclei atomici).
La PET (tomografia ad emissione di positroni) e la scintigrafia fanno capo, invece, alla medicina nucleare, impiegando isotopi radioattivi, anziché radiazioni ionizzanti, allo scopo di produrre immagini; lo specialista in questo ultimo campo è il medico nucleare.
La branca della medicina che si occupa della produzione e utilizzo di radiazioni ionizzanti a scopo terapeutico è, infine, detta radioterapia. Essa sfrutta il principio secondo il quale alcuni tipi di radiazioni ionizzanti, a determinati dosaggi, risultano citotossiche per i tessuti biologici umani (patologici e fisiologici).
La radiologia ha subito negli ultimi cinquanta anni uno sviluppo travolgente in ambito diagnostico e terapeutico ed occupa oggi un ruolo fondamentale ed imprescindibile nella diagnosi e nel trattamento di un numero sempre maggiore di patologie umane.
La radiologia sfrutta essenzialmente i raggi X per la produzione di immagini mediche, ma non solo. Le principali tecniche, come in precedenza accennato sono le seguenti:
L'ecografia e la Risonanza magnetica non necessitano di radiazioni ionizzanti. Appartengono in ogni caso a pieno titolo al corpus radiologico; in particolare per la Risonanza Magnetica la complessità di tale tecnica rende il medico radiologo meglio preparato rispetto ad altre figure professionali, essendo la specializzazione in radiologia diagnostica e interventistica l'unica scuola a prevedere la formazione per l'imaging a risonanza magnetica.
In realtà, la figura del medico radiologo risulta centrale e necessaria non solo per la corretta esecuzione ed interpretazione delle immagini mediche, ma anche da un punto di vista squisitamente medico-legale, in quanto le tecniche che prevedono l'impiego delle radiazioni ionizzanti a scopo diagnostico, sono utilizzabili per legge solo e unicamente da questa figura professionale.
Inoltre, il medico radiologo è l'unico medico in grado di prospettare correttamente l'impiego di una, piuttosto che di un'altra tecnica di diagnostica per immagini, al fine di rispondere in maniera ottimale al quesito posto dal medico clinico; oltre a ciò egli è l'unico in grado di effettuare un bilancio della dose di radiazione erogata al paziente e mettere in atto tutte le tecniche disponibili al fine di ridurla al minimo, riducendo i rischi di cancerogenesi radio-indotta.
Infine, ma non per ultimo, il medico radiologo proprio in virtù della conoscenza della maggior parte delle tecniche di diagnostica per immagini, risulta l'unico in grado di operare una sintesi, integrando le informazioni derivanti da ciascuna di esse.
Radiologo Dott. Francesco Vigni Medico Chirurgo Specialista
in Radiologia
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